Metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali: due premi a studentesse dell’Università di Parma
Selezionate dalla Regione le tesi magistrali di Elena Ferretti e Giulia Rigamonti, svolte nei laboratori di Neuroetologia dei primati non umani coordinati dal docente Luca Bonini
Dalla Regione Emilia-Romagna due premi di studio ad allieve dell’Università di Parma nell’ambito del bando destinato ai lavori sui metodi alternativi alla sperimentazione su animali: 1.000 euro a due tesi di laurea magistrale in Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive elaborate da studentesse Unipr e incentrate su metodologie innovative che mirano a ridurre il numero di animali e raffinare la ricerca di base sulle funzioni del cervello.
Autrici delle tesi premiate (già valutate con il massimo dei voti e la lode) sono Elena Ferretti e Giulia Rigamonti. Le tesi sono state svolte nel Laboratorio di Neuroetologia dei primati non umani dell’Università di Parma, sotto la supervisione del docente Luca Bonini. Elena Ferretti e Giulia Rigamonti sono attualmente borsiste di ricerca nello stesso laboratorio.
La Regione Emilia-Romagna riconosce il valore e l’importanza della sperimentazione animale quando non esiste altro metodo di sperimentazione scientificamente valido, tuttavia è impegnata a sostenere nuove strategie che consentano di ridurla e quando possibile eliminarla. Un impegno che si colloca nella scia di un accordo di collaborazione tecnico-scientifica siglato nei mesi scorsi con le quattro Università di Bologna, Parma, Modena-Reggio e Ferrara.
La selezione delle tesi premiate è stata effettuata da una commissione nominata ad hoc dall’Assessorato alle Politiche per la salute e composta dal responsabile del Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione, da due membri del Comitato etico regionale per la sperimentazione animale, da un esperto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna e da un rappresentante del Ministero della Salute.
I lavori di tesi, effettuati nel contesto di un progetto europeo finanziato dallo European Research Council, hanno riguardato la misurazione dei correlati neurali di comportamenti motori indagati con tecniche telemetriche che consentono, rispetto agli approcci classici allo studio del funzionamento del cervello dei primati, di registrare l’attività neuronale mentre l’animale è completamente libero di muoversi nel proprio ambiente, validando così un approccio più raffinato e rispettoso dell’etologia degli animali e potenzialmente in grado di sostituire le metodologie della neurofisiologia classica sulla scimmia, molto più invasiva e limitante.
Oltre all’impatto positivo sul benessere degli animali, alla possibilità di acquisire maggiori quantità di dati di migliore qualità sul singolo animale e quindi di contribuire a ridurre il numero di animali utilizzati, queste nuove tecnologie producono informazioni senza precedenti per lo sviluppo di approcci neuroprostetici e la comprensione del funzionamento del cervello in condizioni naturali. Capire il funzionamento del cervello in condizioni non controllate, senza le limitazioni e le costrizioni classiche del laboratorio, rappresenta una frontiera di straordinaria importanza per poter incidere in modo efficace e migliorare la qualità di vita dei pazienti con malattie neurologiche nei loro contesti quotidiani: le tecnologie per la registrazione telemetrica dell’attività neurale da animali liberi rappresentano dunque il futuro delle ricerche neuroscientifiche sul cervello, fintanto che l’utilizzo del modello animale resterà inevitabile e non sostituibile.